Esiste la traduzione perfetta?

attrice inginocchiata su una lama di luce

Una delle tante cose che ho dovuto imparare nel mio percorso come traduttrice è stato lottare contro un nemico terribile: me stessa.

Come ogni Acquario che si rispetti, la maggior parte del tempo viaggio a qualche metro da terra. Pur tenendomi informata e provando a dare il mio piccolo contributo al mondo là fuori, ogni giorno coltivo il mio universo fantastico e sono pronta a difenderlo a qualunque costo.

Un po’ per l’educazione che ho ricevuto, ma soprattutto perché so che viaggio parecchio con la mente e mal sopporto i vincoli, nel lavoro ho sempre cercato di essere molto rigorosa, rispettando le scadenze a qualunque costo, controllando certamente più del dovuto le traduzioni e ritornando più volte sui passaggi che non mi convincevano fino a trovare la soluzione che mi pareva migliore.

Tuttavia, quella che potrebbe sembrare “ordinaria professionalità” ha rischiato di trasformarsi in un’inutile zavorra. Alla fatica del lavoro si sommava questa attenzione esagerata per il dettaglio che finiva per appesantire in modo eccessivo la mia attività professionale.

Sapevo bene che la traduzione perfetta non esiste, semplicemente perché, come si suol dire, la perfezione non è di questo mondo. Appunto, lo sapevo. Ma non riuscivo a metterlo in pratica.

Poi, alcuni anni fa, durante un seminario di traduzione, i docenti hanno analizzato il lavoro di un traduttore che stimo molto, sia come persona che come professionista. E abbiamo visto quali erano i punti deboli di un suo lavoro.

Stranamente, solo in quell’istante ho preso realmente coscienza del fatto che “lavorare bene” significa puntare alla perfezione accettando che non si potrà mai raggiungerla.

Da allora, il mio approccio alle traduzioni è cambiato. Quella tensione si è allentata e ciò mi ha permesso non solo di lavorare meglio ma anche di accettare con maggiore serenità eventuali critiche o momenti di confronto con i clienti.

Non so con precisione se ciò voglia dire che sto invecchiando, ma so che ne sono felice.