Armiamoci e partite

Una persona in cammino

Alcuni mesi fa ho tradotto un lunghissimo articolo su Alexandria Ocasio-Cortez, giovane socialista democratica (parole sue) americana. La traduzione di quell’articolo mi è costata lacrime e sangue, magari un giorno racconterò perché. In ogni caso, la fatica è stata ampiamente ricompensata dall’argomento appassionante e dal risultato, tutto sommato soddisfacente dal mio punto di vista e molto soddisfacente da quello del cliente, che evidentemente è meno perfezionista di me. Ma sto andando fuori tema.

La memoria dei traduttori

Luce del sole fra gli alberi

La memoria dei traduttori è come una lavagna che si popola ogni giorno di nuove storie. A fine giornata, quando si chiudono gli occhi, un cancellino invisibile fa sparire tutto, e il mattino dopo la lavagna è di nuovo pronta ad accogliere nuovi racconti. Nella nostra memoria non c’è abbastanza spazio per contenere tutti quei mondi. Tuttavia, qualcosa rimane sempre, quel piccolo tratto di gessetto in un angolo della lavagna.

Dell’articolo e della storia di Alexandria mi hanno colpito molti aspetti, ma una frase in particolare ha lasciato un segno indelebile:

Non penso che Obama ci abbia deluso, penso invece che siamo stati noi a deluderlo, da tanti punti di vista. Abbiamo pensato: ‘Fantastico, abbiamo eletto il primo presidente nero: adesso facci sognare!’ L’abbiamo eletto e poi siamo spariti…

Mi sembra che Alexandria abbia toccato un nervo scoperto del nostro modo di intendere la politica. Ci appassioniamo dei nuovi leader politici e dei nuovi movimenti come se fossero star della musica o del cinema, o come una nuova fiamma. Poi, alla prima difficoltà, secondo una perfetta logica consumistica, li buttiamo via. E siamo pronti a ricominciare con qualcun altro. Il tutto comodamente seduti sul divano, davanti alla TV o al nostro smartphone. Pronti a fare politica da osservatori e giudici, come se si trattasse di un reality show e non di qualcosa da vivere attivamente ogni santo giorno.

L’insostenibile leggerezza dell’abbandono

Luce del sole fra i rami

La politica è inevitabilmente compromesso; non riesco a immaginare nulla di più complesso e difficile della politica in democrazia. Fatichiamo ad andare d’accordo con le nostre minuscole famiglie, con i vicini, gli amici. E pensiamo invece che in politica (in cui magari bisogna conciliare le esigenze di alcuni milioni di persone…) debba andare tutto liscio, che debba essere tutto facile. E se non va così siamo pronti a fare tabula rasa e ad infatuarci di nuovi miti.

Chi lo sa se adesso che Alexandria è obbligata ad affrontare i ritmi lenti, gli equilibri complessi e i giochi di potere della politica, adesso che ha accettato di mettere le mani in pasta, verrà abbandonata, come molti altri prima di lei.

Mi piace pensare che, anche se sarebbe molto più facile buttare tutto all’aria, ogni giorno abbiamo la possibilità di prenderci cura. Del pianeta, delle relazioni con gli altri, di noi stessi. Lacrime e sangue, ma anche grandi soddisfazioni.